E’ giusto che le estetiste facciano terapie olistiche?
Con questo titolo comincia un articolo nel quale si fa menzione dell’attività dell’estetista in campo olistico e in merito al quale ci tengo a contribuire per fare un po’ di chiarezza.
Nessuna operatrice della bellezza può praticare TERAPIE, se non munita di specifico titolo di studio e abilitazione professionale medica. La terapia è assolutamente pertinenza del sistema sanitario ed ha le sue regole chiare, normate dal codice di procedura penale. Specificatamente l’estetista non può millantare poteri di guarigione o trattamenti che “curano” patologie e sintomi della malattia, non può promettere di ridurre una protusione discale o sciogliere un nodulo tumorale, consigliare rimedi fitoterapici o manipolazioni del sistema osteo-articolare per eliminare dolori o deformazioni. L’estetista si occupa di bellezza esteriore, di miglioramento dell’aspetto fisico dei sui clienti di morbidezza, luminosità, setosità della cute.
Detto questo, qual è il limite che separa la bellezza esteriore dallo stato di rilassamento, di pace e di benessere spirituale? Vogliamo negare che una cliente rilassata e in pace con se stessa appaia già per questo più bella, con rughe meno visibili e meno gonfia? Che l’acne non si possa attenuare riducendo lo stress psicologico determinato dalla rabbia o dal rancore? Vogliamo negare il fatto che una persona serena migliori il proprio rapporto con il cibo, riducendone l’assunzione e quindi perdendo peso in eccesso?
La confusione nasce dal fatto che, nella società moderna, dedita alla velocità ed alla superficialità, si da spazio ad una incompleta formazione consentendo di esercitare alcune tecniche di trattamento (che abbiano un contesto olistico o allopatico) di per se molto complesse sulla base di periodi di studio estremamente limitati nel tempo e che queste tecniche vengano poi da alcuni istituti spacciate come rimedio per tutti i mali.
Il servizio erogato dal settore estetico si deve invece limitare a proporre uso di tecniche volte alla sensazione di benessere interiore ed alla prevenzione nei confronti delle patologie, e non alla cura. La bellezza del corpo e il benessere dell’anima sono due aspetti complementari, due facce della stessa medaglia.
Voglio ricordare in questa sede che ogni risposta ai bisogni dell’uomo risiede nell’uomo stesso; l’azione speculare che si esprime in assenza di giudizio è la base su cui costruire un’auto guarigione e l’operatrice agendo sulla bellezza esteriore supportata dagli elementi naturali come gli oli essenziali, gli estratti vegetali e la luce (colorata), deve “SOLO” (non è poco) favorire la creazione delle condizioni per cui l’auto guarigione possa verificarsi.
Consiglio sempre alle mie clienti di accantonare il proprio pensiero in merito agli aromi da utilizzare lasciando spazio alle scelte del cliente, perché nessuno più di lui (o lei) sa di cosa ha veramente bisogno.
L’olismo non è una terapia, non è un trattamento o un insieme di questi, olismo è uno stato di coscienza, è la percezione consapevole che tutto è uno, ogni cosa è pensiero che si esprime sotto forma di energia più o meno sottile, tanto da apparire come luce o materia. L’olismo è una visione della vita e della realtà che si può applicare ad ogni aspetto della nostra quotidianità; si può cucinare in modo olistico! Avete mai pensato che cucinare essendo di buon umore consente di realizzare piatti più digeribili che se siete arrabbiati? Che pensare positivo e amorevole possa modificare la struttura architettonica delle molecole dell’acqua (e l’essere umano è fatto per il 70% d’acqua)? Eppure è cosi, esperimenti scientifici hanno dimostrato come la mente e l’anima possano condizionare la materia.
Quindi, per concludere, ritornando all’articolo pubblicato, devo dire che si tratta del solito equivoco vissuto da coloro che intendono abbracciare l’altro avendo le mani legate dietro la schiena dai propri pregiudizi, è la stessa cosa dell’omeopatia vissuta in termini allopatici, un controsenso in natura, perché si ipotizza di consigliare un rimedio a soluzione di un sintomo mentre andrebbe ricercata la fonte vibrazionale che è a causa di un disagio spirituale, che poi si manifesta con il sintomo. Il dolore è sempre da sopprimere, il male sempre da condannare senza considerare l’aspetto formativo ed informativo del disagio che si sta vivendo. La concezione meccanicistica legata alla relazione tra causa ed effetto lascerà spazio alla visione olistica degli eventi interconnessi, una rete di esperienze che non possono essere separate le une dalle altre, una concezione della vita che è già stata certificata dalle teorie e dagli esperimenti della fisica quantistica sin dai primi anni del ‘900. Allora la “causa” lascerà spazio al “fine” e smetteremo di chiederci qual è la causa, orientandoci alla comprensione di quale sia “IL FINE DI CIO’ CHE CI STA ACCADENDO”.
Alessandro Gornati – CEO emds italy
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